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Archive for 15 gennaio 2019

” Un tempo davanti alla Chiesa passavano i canali dell’acqua tranquilla … e l’acqua , le rive erbose e il silenzio che vi regnava, circondavano la vecchia abbazia di un ambiente intonato alla sua antichità” con queste parole Luigi Simeoni descrive la quiete del Monastero di Santa Maria in Organo, un tempo prospiciente il ramo del fiume Adige detto ” dell’Acqua morta “, oggi interrato. In questa area, popolata nel Medioevo da una grande varietà di artigiani di ari settori: tessitori, zatteroni, radar oli, segatori, conciapelli, linaioli è stato edificato il più antico Monastero veronese affidato ai Benedettini nel sec. VII° e che fu parzialmente distrutto da un terremoto nel 1117 . Nel 1444 il monastero passò ai monaci Olivetani che vi rimasero fino al 1807 . Ripristinarono il monastero, ristrutturano la chiesa: le navate, le cappelle, edificarono un bellissimo chiostro, rifecero la sagrestia , il coro monastico, il campanile ad opera di fra Giovanni : monaco, uomo di grande cultura, intarsiatore, scultore ed architetto con le preziose tarsie. Ad abbellire l’interno della chiesa operarono i pittori : Domenico Morone, Francesco Torbido,Francesco Dai Libri, Liberale da Verona,Nicolò Giolfino,Paolo Farinati,Antonio Balestra,D.Brusasorzi, S.Brentana. La Chiesa fa parte dell’itinerario di “VERONA MINOR HIERUSALEM”-Rinascere dall’acqua Verona aldilà dell’Adige.

BIBLIOGRAFIA : L.ROGNINI-ATP VERONA-VERONA MINOR HIERUSALEM

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